I volumi antichi

La maggior parte dei volumi antichi della collezione risale al Settecento e documenta la produzione letteraria, storica e teatrale italiana e francese. Vi si ritrovano, tra gli altri, autori come Machiavelli, Goldoni e Alfieri, insieme a numerose raccolte di pensieri e corrispondenze di intellettuali come Voltaire e Montaigne.

Si segnalano, in particolare, due cinquecentine e alcune curiosità bibliografiche che riflettono ancora una volta il gusto raffinato e la cura con cui Sraffa selezionava i libri della sua raccolta.

Una cinquecentina di particolare bellezza è una raccolta di rime e trionfi di Petrarca pubblicata nel 1597 dall’editore Giovanni Gabriele Giolito de' Ferrari, attivo nel Cinquecento a Venezia, e commentata dal poeta, scrittore e critico dell’epoca Alessandro Vellutello. Il volume presenta un frontespizio riccamente decorato, capilettera figurati, vignette e la marca tipografica di Giolito, raffigurante una fenice che esce dalle fiamme.

Un’altra cinquecentina rinvenuta è un’opera di Bernardo Tasso, poeta e padre del celebre Torquato Tasso autore della Gerusalemme Liberata. Si tratta di una raccolta epistolare edita nel 1559 dallo stampatore veneziano Gironimo Giglio. Le lettere erano indirizzate a un elenco nutrito di personaggi illustri dell’epoca come papa Clemente VII prima e Paolo III poi, vari personaggi politici e religiosi come duchi, principi, vescovi, cardinali e figure femminili come la poetessa Vittoria Colonna.

Tra le curiosità, segnaliamo una raccolta di opere di Teofilo Folengo, pubblicata nel 1692 con uno dei vari pseudonimi dell’autore, Merlin Cocai, qui definito “poeta mantuani macaronicorum”, ovvero poeta di Mantova e massimo esponente della cosiddetta poesia maccheronica, che storpiava il latino classico mescolandolo all’italiano volgare per creare un effetto comico e parodistico.