Le riforme
Il primo progetto a cui Sraffa si dedicò, appena nominato rettore, fu l’elaborazione di una riforma del piano di studi in uso da 15 anni. La proposta prevedeva un biennio iniziale comune, seguito da un secondo biennio articolato in tre sezioni: commerciale, industriale e amministrativa. Tuttavia, l’iniziativa fu considerata troppo innovativa per l’epoca e venne respinta sia dal Consiglio Direttivo, che il 16 settembre 1918 aveva discusso la necessità di una modifica, sia dal corpo accademico. Nonostante il rifiuto, la proposta ebbe il merito di stimolare un vivace dibattito, al quale partecipò anche l’Associazione tra i laureati dell’Università Commerciale Luigi Bocconi (ALUB), e che si concluse con la nomina di una commissione presieduta da Ludovico Mortara, incaricata di elaborare un nuovo progetto didattico.
I suggerimenti della commissione portarono alla revisione dei piani di studio, all’attivazione di un corso di perfezionamento o di applicazione in economia politica, proposto da Einaudi, e alla chiamata di un aziendalista come Gino Zappa, che sarebbe diventato il maestro degli aziendalisti italiani. L’idea di suddividere il secondo biennio in diversi indirizzi fu superata con la creazione degli Istituti, ai quali venne affidato il compito di integrare gli insegnamenti istituzionali attraverso una varietà di corsi brevi e seminari di specializzazione. Tra questi, l’Istituto di economia politica – diretto da Luigi Einaudi — si affermò come uno dei principali centri della riflessione economica milanese. All’Istituto di economia politica seguirà un Istituto di ricerche tecnico-commerciali e di ragioneria presieduto da Gino Zappa.