L'internazionalizzazione
Gli Istituti non rappresentarono l’unica novità introdotta in quegli anni all’interno dell’Università, che proprio in quel periodo iniziava ad aprirsi alla dimensione internazionale.
L’avvio del processo di internazionalizzazione fu evidente allorquando Arturo Serena, un ricco magnate inglese di origine italiana, dopo aver finanziato cattedre di lingua italiana ad Oxford, Cambridge e Birmingham, destinò un milione di lire alla creazione in Italia di cattedre speciali dedicate all’approfondimento della cultura anglosassone. Enrico Consolo, direttore della Banca Commerciale italiana a Londra, informò il rettore Angelo Sraffa di questa possibilità. Le trattative con il presidente della Fondazione Serena individuarono nel British Council di Firenze e nella Università Bocconi i partner dell’operazione.
Dal 1921 in poi, furono organizzati incontri, conferenze, cicli di lezioni, seminari, volti ad illustrare peculiari aspetti dell’economia, della civiltà e della cultura anglosassoni.
Grazie al sostegno della Fondazione Serena, la Bocconi avviò collaborazioni internazionali che permisero agli studenti di approfondire le loro conoscenze tecniche e linguistiche in università e istituzioni pubbliche e private inglesi fino alla Seconda guerra mondiale.