Il primo trattato di diritto commerciale

Nella storia del diritto commerciale del mondo occidentale, un posto d'onore spetta al nobile anconetano Benvenuto Stracca (1509-1578). È Stracca, infatti, il primo a scrivere, da avvocato e giurista dotto, nella forma letteraria del trattato, un'opera in materia di diritto commerciale. Dopo di lui, il diritto commerciale si configura a tutti gli effetti come un'autonoma branca del diritto.

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Stracca, Benvenuto. De mercatura, seu mercatore tractatus. Venetiis, Paolo Manuzio, [1553].

Il suo De mercatura seu mercatore vede la luce a Venezia, nel 1553, per i tipi di Paolo Manuzio ed è diviso in nove parti: chi sia mercante e che cosa siano gli atti di commercio; i diritti e gli obblighi dei mercanti; l'incapacità all'esercizio della mercatura; l'oggetto della mercatura; i contratti dei mercanti (parte generale, mandato e scommessa); il commercio marittimo; casi di cessazione dell'essere mercante; fallimento; procedura nelle corti mercantili. Dall'epoca medievale e fino a quel momento, a livello europeo, il diritto commerciale si era ampiamente sviluppato nella viva realtà degli affari e dei traffici ad opera degli stessi mercatores, attraverso gli statuti corporativi, le prassi e gli usi mercantili, le regole delle fiere, la giurisprudenza delle corti dei mercanti. Circolano molti libri sull'arte della mercatura, trattati di contabilità commerciale, trattatelli morali e anche i giuristi dotti se ne erano ingeriti qua e là, en passant, commentando la compilazione giustinianea e i testi di diritto canonico, oppure scrivendone nei loro pareri (i consilia).

Pur poggiando su di una solida base scientifica e pratica, tuttavia, fino alla metà del Cinquecento, lo ius mercatorum non aveva ancora ricevuto una complessiva sistemazione dottrinale da parte dei tecnici del diritto, cioè di quei dottori giureconsulti che si laureavano all'Università e godevano di grande prestigio in tutta Europa. Di diritto commerciale, a più riprese, sin dal medioevo, si erano occupati soprattutto moralisti e teologi. Il fine di lucro e "i subiti guadagni" denunciati da Dante, infatti, avevano impensierito parecchio gli uomini di Chiesa, per il pericolo corso dalle anime. La Chiesa, quindi, si era ingerita non poco nella disciplina del commercio. Si pensi, tra l'altro, al divieto canonico delle usure, che condiziona in modo significativo lo sviluppo stesso del diritto commerciale e fu, per esempio, all'origine della società in accomandita.

La storia del diritto commerciale nell'età moderna che, dal punto di vista dottrinale, inizia proprio con il De mercatura di Benvenuto Stracca, è perciò anche la storia della sua progressiva laicizzazione.