Sraffa in Bocconi
“L’essere stato associato in questo periodo di progresso, come capo dell’Istituto, alle sue fortune, è per me la migliore ricompensa della modesta opera mia nella Bocconi, alla quale ho dedicato in questi anni la miglior parte di me stesso…” (lettera da Angelo Sraffa al Presidente del Consiglio Direttivo dell'Università Bocconi, 27 ottobre 1926)
Con queste parole, Angelo Sraffa lasciava l’incarico di rettore della Bocconi, che aveva ricoperto per quasi dieci anni (1917-1926), per mettere l’Università al riparo dalle conseguenze del suo profondo antifascismo.
Sraffa era stato coinvolto fin dalla fondazione, nel 1902, nel progetto di creazione di un’università commerciale a Milano, e rimase legato alla Bocconi per tutta la vita, pur mantenendo la cattedra in altre università statali: prima come docente (1903-1916), poi come rettore (1917-1926), infine come membro del Consiglio Direttivo (1926-1934).
Fu fautore di iniziative che innovarono profondamente l’Università: la riforma del piano di studi, la creazione dei primi istituti di ricerca, l’apertura all’internazionalizzazione, la realizzazione di quella che lui stesso definì “la migliore biblioteca specializzata negli studi economici e commerciali che vi sia in Italia”.