Monumento a Franceschi

Il 23 gennaio 1973 si tenne in Università Bocconi un’assemblea in cui, contrariamente a quanto avvenuto in passato, fu impedito di partecipare ai non studenti dell’università; tale divieto fu fatto rispettare dalla polizia schierata, creando così notevoli tensioni che portarono allo scontro in tarda serata. Sono controverse le dinamiche (sembra che fu gettata una Molotov su una camionetta della polizia), ma certamente vennero esplosi dei colpi di pistola. Roberto Piacentini, un operaio che partecipava alle manifestazioni, fu ferito a un polmone ma si salvò, mentre lo studente modello della Bocconi Roberto Franceschi venne colpito alla testa e, entrato in coma, morì il 30 gennaio. 

Nel gennaio 1974 venne istituito un comitato composto da artisti (tra i quali Alik Cavaliere, proprietario di un atelier in zona), dalla famiglia Franceschi (con una maggiore presenza della madre Lidya), rappresentanti degli studenti e rappresentanti del movimento operaio che insieme decisero l’installazione di un monumento per ricordare Roberto Franceschi. Furono esaminate le proposte di oltre 40 artisti e alla fine di un lungo dibattito optarono prima per un’opera astratta e infine su un oggetto concreto del lavoro. Gli artisti Vitale Petrus e Marzulli proposero di utilizzare una billetta dove era caduto un operaio morto nella Breda di Sesto San Giovanni, ma infine fu scelta l’idea sostenuta da Enzo Mari, Paolo Galleani, Ezio Rovida e Vitale Petrus: un maglio in acciaio utilizzato nell’industria siderurgica. Alto sette metri e pesante cinquanta tonnellate, fu fabbricato in Germania nel 1941, trasportato in Unione Sovietica, utilizzato in vari paesi europei e infine reperito in un deposito ad Arluno dopo la dismissione.  

L’Università Bocconi, contattata dal comitato, fece capire che non si sarebbe opposta, e così il 16 aprile 1977 (data che rappresenta anche l’anniversario dell’uccisione dello studente Claudio Varalli da parte di alcuni militanti del FUAN) il maglio fu trasportato e posato nel punto in cui Roberto Franceschi era stato colpito: l’operazione avvenne non senza difficoltà, dal momento che fu necessario preparare una base di inerti per essere certi che il monumento non sprofondasse. L’opera è stata riconosciuta come monumento cittadino il 23 gennaio 2013 con una cerimonia a cui hanno presenziato il rettore Andrea Sironi e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. 

Lunghissima è stata la vicenda processuale, con la quale infine nel 1999, in sede civile, il Ministero dell’Interno è stato condannato a risarcire la famiglia, che con questo importo ha istituito la Fondazione Franceschi attiva nella ricerca nel campo delle scienze sociali. A Franceschi la Bocconi ha intestato l’ex aula maggiore dell’Università, e, in collaborazione con la Fondazione Franceschi, viene organizzata una serata annuale per ricordare Roberto e per presentare le iniziative della Fondazione.