Presentazione
“…noi abbiamo cercato di ottenere che [la] zona fosse sistemata a campo sportivo e piscina ... l’ideale sarebbe che il campo sportivo fosse costruito e dato a noi in godimento gratuito e che su tutta l’area residua di fronte alla Centrale del latte, se in futuro fosse destinata a fabbricati, avessimo diritto di prelazione”.
Così scriveva il 25 luglio 1940 il Direttore amministrativo dell’Università Girolamo Palazzina al vicepresidente dell’Università, il filosofo Giovanni Gentile, che in quegli anni reggeva le sorti dell’Ateneo. Assieme pianificarono un’espansione, che edificio dopo edificio avrebbe portato al campus di oggi.
L’Università Bocconi identifica un’area precisa di Milano, che oggi è conosciuta appunto come “zona Bocconi”. E lo fa in molti modi, anche tramite la sua architettura e la storia dietro la realizzazione di ognuno dei suoi edifici, creando in questo modo un legame fortissimo tra città e campus. Tutto cominciò nei primissimi anni del Novecento, quando l’idea dell’imprenditore Ferdinando Bocconi, di elevare gli studi economici al rango universitario, prese forma in un palazzo su via Statuto, la prima dimora dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, intitolata al figlio caduto nella battaglia di Adua.
L’intuizione si rivelò corretta: sempre più studenti cominciarono ad affollare le sue aule e, negli anni ‘30, iniziarono le ricerche di una nuova sede. Così, dopo lunghe trattative, la municipalità milanese concesse alla Bocconi un’area da riqualificare fuori dalle mura cittadine, tra via Sarfatti e via Castiglioni. I dirigenti ottennero anche la prelazione sulle zone limitrofe, sicuri che questa crescita non fosse un fenomeno momentaneo e fosse necessario preparare il terreno per le future generazioni. A partire dal 1941, il campus si sviluppò grazie all’intervento di grandi architetti come Giuseppe Pagano e Giovanni Muzio, ai moderni piani di espansione come “Bocconi 2000” di Gardella e Ceretti, fino alle più recenti infrastrutture dello studio irlandese Grafton e dello studio giapponese SANAA. Quest’ultimo, sembra seguire il sogno originario di Pagano che, quando progettò il primo edificio di via Sarfatti 25, già immaginava di arricchire la spoglia area antistante con impianti sportivi e piscine. Un sogno che si è realizzato nella Bocconi di oggi, uno dei campus urbani più grandi d’Europa, punto di riferimento sia a livello accademico che urbanistico.
Questa mostra racconta proprio questa storia, anzi le tante storie che intrecciano Milano, la vita universitaria e le vicende dell’architettura italiana e internazionale.