Salvatore Fancello

“… Da quello che ha lasciato questo giovane in pochissimi anni di lavoro, dai suoi disegni, dalle sue ceramiche, dalle sculture che egli ha condotto a termine o ha abbozzato, voi potete oggi avere elementi sufficienti per un giudizio e avvicinarvi a quell’ammirazione che nutrirono per lui tutti coloro che gli furono vicini e che lo difesero dalle tante amarezze che gli procurò la sua arte così poco retorica, così contraria alle roboanti adulazioni, così estranea a quel conformismo sindacale che tanto piace alle ufficialità delle autorevoli commissioni di Stato” 

Queste parole pronunciava Giuseppe Pagano inaugurando la mostra postuma FANCELLO, allestita dal Centro di Azione per le Arti alla Pinacoteca di Brera a Milano, il 10 marzo del 1942, a un anno dalla morte di Salvatore Fancello sul fronte greco-albanese. 

Salvatore Fancello era nato a Dorgali nel 1916, si era formato come artigiano nel laboratorio di un ceramista. Nel 1930 aveva vinto una borsa di studio per l’Isia di Monza dove aveva conosciuto Giuseppe Pagano. Grande disegnatore e sperimentatore tecnico sulle materie, ottiene presto eccellenti risultati nella ceramica. Nel 1936 partecipa alla VI Triennale di Milano, dove vince il Gran Premio per il suo zodiaco. Nel 1940 Giuseppe Pagano gli commissiona una serie di lavori per la sede della Bocconi, a Milano: 18 formelle di litoceramica verde-azzurra per decorare il piedistallo del pilone per la bandiera posto dinnanzi all’università, il bassorilievo per la sala mensa Giovinezza di cui resta una porzione dell’opera. 

Richiamato alle armi, morirà sul fronte albanese non ancora venticinquenne. 

Sez2. Bassorilievo Giovinezza di Salvatore Fancello