Röntgen 1
Il 31 ottobre 2008 fu inaugurato il nuovo edificio dell’università in via Roentgen.
Il nuovo edificio ospita tutta la Faculty dell’Università Bocconi, convegni, un parcheggio sotterraneo e soprattutto la nuova Aula Magna, con un grande foyer e una sala esposizioni.
Alla fine del 2001, mentre si celebrava il Centenario dell’Università Bocconi, venne bandito il concorso internazionale per l’edificio di Viale Bligny/Röntgen 1 chiedendo la progettazione di un unico edificio destinato a contenere le attività degli istituti scientifici e di ricerca. L’importante decisione rappresentava l’epilogo del Piano Bocconi 2000, deliberato già inizialmente nel 1985, su idea principalmente del rettore Luigi Guatri, e con cui si scommetteva su un consistente ampliamento di offerta formativa, numero studenti e strutture universitarie. La prima fase del progetto aveva visto la realizzazione del “Velodromo” di Ignazio e Jacopo Gardella al centro dell’isolato, mentre il secondo palazzo progettato dagli architetti per l’angolo tra Via Bligny e Via Röntgen 1, non fu mai realizzato. Per promuovere una soluzione convincente su questo angolo del Campus, che più di tutte le altre sue parti comunica con il centro della città, si optò per un concorso a inviti diretti, coinvolgendo progettisti italiani e internazionali.
Il concorso fu vinto da Shelley McNamara e Yvonne Farrell dello studio Grafton Architects di Dublino.
Uno degli elementi che ha fatto la differenza nella scelta del progetto è il potente volume dell’Aula Magna che emerge dal sottosuolo all’angolo dell’isolato e rivela subito un luogo aperto, una simbolica via d’accesso all’università. Il progetto di McNamara e Farrell puntava a ricreare nell’area un nuovo, piccolo pezzo di città, una struttura imponente eppure permeabile allo scorrere della vita quotidiana. Studiarono a lungo alcuni edifici storici milanesi come il Broletto e ne derivarono una tipologia originale di luogo nello stesso tempo chiuso e aperto. Sono tre i corpi di fabbrica principali elevati sopra la fondazione tecnologica dei piani interrati: l’Aula Magna, il grande corpo in via Roentgen e quello interno, entrambi riservati agli uffici. Questi fabbricati, per quanto diversi, sono messi in collegamento tra loro con grande sapienza compositiva. In tutta la struttura la gravità funziona in modo diverso: in alto sono sospese le masse degli uffici e altri spazi funzionali, interrotti solo da coperture trasparenti.
Dal punto di vista architettonico, il progetto ruota intorno a due idee di base: volumi flottanti e diffusione della luce naturale. Le solette dei sei piani dell'edificio Grafton non poggiano su pilastri ma sono appese, attraverso tiranti in acciaio, a grosse travi: un principio strutturale simile a quello dei ponti. L'effetto è un susseguirsi di ambienti aperti, scale ed elementi in cemento armato che sembrano sospesi nell’aria. L'impatto visivo è ulteriormente alleggerito dall'ampia e generosa presenza di vetrate e aperture, che convogliano la luce naturale fin nel sottosuolo.
Il vasto marciapiede antistante si allunga ad accompagnare il visitatore dalla città verso il cuore dell'edificio, in una ideale sovrapposizione tra la vita universitaria e quella urbana, che è rimarcata attraverso il colore grigio dei rivestimenti. L'edificio Grafton è ricoperto di ceppo del lago d’Iseo, una pietra caratteristica dell'architettura milanese: un conglomerato più resistente del cemento ma della stessa tonalità, già molto diffuso a Milano sulle facciate di vari edifici di pregio.
A una settimana esatta dall’inaugurazione, il progetto riceve il World Building of the Year Award al World Architecture Festival organizzato a Barcellona dalla rivista londinese Architectural Review.
Per un tour virtuale dell'edificio di Via Röntgen 1 clicca qui.