Il pellicano

Sul tabernacolo della chiesa voluta da donna Javotte per celebrare il fondatore dell'Università compare l'immagine di un pellicano che si ferisce per cercare di spegnere con il suo sangue le fiamme che stavano minacciando il nido con i suoi piccoli. Interpretato, tra gli altri significati, anche come simbolo dell'amore paterno, viene ripreso da Bocconi nel XX secolo in ricordo del figlio prematuramente scomparso e probabilmente inserito nello stemma di famiglia.  

L’immagine del pellicano accompagnerà tutta la storia dell’Università e verrà ripetutamente utilizzata negli anni a partire dal 1906, quando gli Alumni lo scelsero come simbolo dell'associazione. Il pellicano campeggia  nell’ex libris dell’allora Istituto di economia con il motto “Guarda la mia virtù s’elle’è possente” e nello stemma goliardico del Quaderdonissimo Ordine Goliardico de la Taula istituito nel 1949, dove l’inserimento del pellicano si giustifica con le parole:”...in quarto quadrante lo Pellicano, austero signo nostra Università a tramandare...”; compare poi sui Vademecum dal 1947 e sulle guide dello studente degli anni Novanta, fino a diventare il simbolo della collana editoriale delle dispense Egea Le dispense del pellicano; infine è stato scelto come mascotte delle squadre sportive dell'Università conservando e tramandando quel senso originario di "famiglia e di comunità di figli".  

Si narra che il professor Giovanni De Maria avesse proposto all’Università l’acquisto di un pellicano vivo come mascotte della stessa e l'inserimento del pellicano al centro dello stemma dell’università. Nessuna delle due proposte ebbe seguito. 

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