Il primo bibliotecario

Fausto Pagliari

Fausto Pagliari nacque a Cremona il 3 novembre 1877, da una famiglia benestante. Aveva ereditato dal padre quegli ideali risorgimentali di eguaglianza e di giustizia sociale che lo avrebbero spinto a simpatizzare per il socialismo. Dopo aver frequentato il locale Istituto tecnico commerciale, nel 1899 conseguì alla Regia Scuola Superiore di Commercio di Venezia il diploma in Economia, statistica e diritto e successivamente, mentre frequentava a Vienna un istituto di studi superiori, ottenne due abilitazioni all’insegnamento nella scuola secondaria di 2° grado, una in Economia politica, Scienza delle finanze e Statistica (1900) e l’altra in Lingua tedesca (1902). Giovanni Montemartini, amico del padre, lo chiamò all’Umanitaria, assegnandolo all’ufficio del lavoro, con il compito di dirigere una Scuola pratica di legislazione sociale nella quale egli tenne diversi corsi di lezioni, che riunì poi in un volume dal titolo L’organizzazione operaia in Europa, che ancora oggi rappresenta una pietra miliare per la storia del sindacalismo. Nel frattempo si avvicinò a Filippo Turati e iniziò a collaborare alla rivista Critica sociale, divenendone ben presto “un reporter di eccezione, il quale, senza muoversi dalla sua scrivania, con l’aiuto di riviste e libri, che non hanno segreti per lui, effettuava suggestivi itinerari nel mondo del lavoro e forniva approfondite relazioni, documentari sagacemente commentati, vasti panorami e primi piani che aprivano nuovi orizzonti al nascente movimento proletario e socialista”. Una consuetudine, quella di operare in maniera sempre più efficace su fonti secondarie, che gli sarebbe stata estremamente utile nel momento in cui, nel 1924, il regime fascista decise di togliere voce all’Umanitaria licenziando i suoi dirigenti. Su suggerimento di Carlo Rosselli, allora assistente di economia nell’Università commerciale milanese, e di Piero Sraffa, il rettore Angelo Sraffa decise di assumerlo alla Bocconi, con il compito di potenziarne la biblioteca, che fino ad allora era stata condotta in maniera alquanto approssimativa e di farne una istituzione che fosse degna del ruolo che la Bocconi stava assumendo a Milano e nel Paese. 

 E così nel febbraio del 1925 Pagliari iniziò la sua opera nella biblioteca dell’Università, dove avrebbe trovato un ambiente congeniale al suo temperamento che lo portava a vedere e a giudicare tutto attraverso la carta stampata, nonché “un rifugio propizio suoi prediletti studi e alla sua vocazione di docente”. E alla Bocconi sarebbe rimasto quarant’anni diventando “il bibliotecario” e uno dei punti di riferimento per studenti, giovani assistenti e docenti dell’Università commerciale.  

 

 

 

Di Pagliari resta una vasta corrispondenza nell’Archivio storico dell’università che evidenzia le sue straordinarie qualità di operatore culturale e l’affetto, la stima e l’ammirazione che tutti gli manifestavano ma anche la sua straordinaria capacità di costruire in pochi anni, attraverso una vasta rete di relazioni, la più fornita biblioteca economica italiana e tra le più ricche d’Europa. 

Sulla home page del portale ASBOC, nella sezione In evidenza, è disponibile un persorso di approfondimento basato sui documenti d'archivio e dedicato al Metodo Pagliari.